sabato 31 marzo 2012

APOCALISSE SOBRIA

ECCE PERFORMER 2 - CORPO DI SCAMBIO
progetto di creazione e sperimentazione per le arti sceniche e la drammaturgia

Roma - lunedì 2 aprile 2012 - h 21

APOCALISSE SOBRIA
appunti di lavoro

Teatro Argot
Via Natale del Grande 27 - Roma

ingresso libero
info:  tel. 06.5898111 mobile 3929281031  
info@teatroargotstudio.com
www.teatroargotstudio.com
kataklismateatro@gmail.com
ecceperformer.blogspot.com

un progetto di Elvira Frosini
in collaborazione con   Attilio Scarpellini

con: Valentina D'Andrea, Manuela Lomeo, Emanuele Mariani, Chiara Martusciello, Valeria Taddeo, Silvia Vona, Mario Zazascritture drammaturgiche: Maria Costanza Barberio, Pietro Dattoladirezione drammaturgia: Attilio Scarpellini
assistenza alla drammaturgia : Francesca  Blancato
assistenza alla regia : Angela D'Alessandro, Alessio Pala
collaborazione artistica : Daniele Timpano
regia:  Elvira Frosini
progetto luci: Dario Aggioli
produzione: Kataklisma / Consorzio Ubusettete,  Ecce Performer 2012progetto grafico: Antonello Santarelli

Dopo aver attraversato l'euforia dell'immagine, l'era in cui si vede troppo, i naufraghi di  Ecce Performer sono approdati al panico della cecità. Ma è un panico sobrio, come impone l'epoca, che si affanna a  vedere dentro l'orizzonte anche quello che nessuno vede: un equilibrio, una salvezza, o l'uomo della provvidenza.   Tutto quello che la voce misteriosa di un potere senza   volto ordina che ci sia parlando in un auricolare. Nel  frattempo, i sette protagonisti di  APOCALISSE SOBRIA sono  impegnati, per usare le parole di un sociologo contemporaneo, a "fornire risposte biografiche a problemi  sistemici": dalle sessioni in palestra in cui si  sperimenta una fatica incantatoria e insensata alle  discipline orientali usate per stuccare i vuoti di un'esistenza che non riesce a credere nel proprio alle fatue scommesse che hanno come oggetto la vita degli altri. La rabbia si accumula ma, come una sindrome autoimmune, non esplode mai. Tutto è sedato - è l'Europa che ce lo chiede - tranne il corpo che, a tratti, ancora si divincola dalla  presa del linguaggio.

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