IL VIDEO - realizzato da e-theatre.it
di
Ecce Performer 2
CORPO
DI SCAMBIOAPOCALISSE SOBRIA
appunti di lavoro
Roma - lunedì 2 aprile 2012 - h 21
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Teatro Argot
Via Natale del Grande 27 - Romaingresso libero
info: tel. 06.5898111 mobile 3929281031
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sperimentazione nell'ambito di “Ecce Performer” 2012
progetto realizzato con il contributo di
Roma Capitale
Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico
un progetto di Elvira Frosini
in collaborazione con Attilio Scarpellini
con: Valentina D'Andrea, Manuela Lomeo, Emanuele Mariani, Chiara Martusciello, Valeria Taddeo, Silvia Vona, Mario Zaza
scritture drammaturgiche: Maria Costanza Barberio, Pietro Dattola
direzione drammaturgia: Attilio Scarpellini
assistenza alla drammaturgia : Francesca Blancato
assistenza alla regia : Angela D'Alessandro, Alessio Pala
collaborazione artistica : Daniele Timpano
regia: Elvira Frosini
progetto luci: Dario Aggioli
produzione: Kataklisma / Consorzio Ubusettete, Ecce Performer 2012
progetto grafico: Antonello Santarelli
Dopo aver attraversato l'euforia
dell'immagine, l'era in cui si vede troppo, i naufraghi di
Ecce Performer sono approdati al panico della cecità. Ma è
un panico sobrio, come impone l'epoca, che si affanna a
vedere dentro l'orizzonte anche quello che nessuno vede:
un equilibrio, una salvezza, o l'uomo della provvidenza.
Tutto quello che la voce misteriosa di un potere senza
volto ordina che ci sia parlando in un auricolare. Nel
frattempo, i sette protagonisti di APOCALISSE SOBRIA sono
impegnati, per usare le parole di un sociologo
contemporaneo, a "fornire risposte biografiche a problemi
sistemici": dalle sessioni in palestra in cui si
sperimenta una fatica incantatoria e insensata alle
discipline orientali usate per stuccare i vuoti di
un'esistenza che non riesce a credere nel proprio
presente, dagli autodafé in cui si rinnega la società dei
diritti per esaltare il rischio e la precarietà alle fatue
scommesse che hanno come oggetto la vita degli altri. La
rabbia si accumula ma, come una sindrome autoimmune, non
esplode mai. Tutto è sedato - è l'Europa che ce lo chiede
- tranne il corpo che, a tratti, ancora si divincola dalla
presa del linguaggio.